incontro di pensieri

Pubblicato da Clorinda Garrafa il

"mas week 2019"

Voglio dare inizio a questo mio blog, o come piace definirlo a me, “pensieri in una stanza”, condividendo, con chi vorrà dedicarmi un po’ del suo tempo, l’esperienza della mas week 2019.

Una settimana di incontri, conferenze, lecture, workshop, esposizioni, installazioni artistiche, proiezioni cinematografiche durante cui architetti, ingegneri, studenti universitari, docenti, professionisti, rappresentanti istituzionali e di categoria, alunni delle scuole e insegnanti, artisti e i cittadini tutti hanno condiviso il proprio pensiero e la propria visione sulla città di Taranto e il suo futuro. Una pluralità di fili intrecciatisi per realizzare il tessuto di “un nuovo vestito per una nuova città – a new dress for a new city“. Una necessità ormai sempre più impellente per cui occorre un impegno collettivo e soprattutto una presa di coscienza generale non soltanto di quelle che sono le criticità e le difficoltà evidenti e note, ma soprattutto della propria storia, della bellezza architettonica e naturalistica che ha bisogno soltanto di risplendere, soprattutto nel cuore di chi deve prendersene cura.

Umanamente ciò che mi ha emozionato di più è stato ascoltare la lecture del nipote di Gio Ponti, Salvatore Licitra – Direttore Gio Ponti Archives, che ha condiviso con tutti noi i pensieri che hanno guidato il progetto della concattedrale, e l’audio di una parte del discorso che l’architetto aveva pronunciato durante l’inaugurazione. Dalla sua voce trapelava l’amore per una città, che non era la sua, e la trasposizione del sacro e della devozione in un’architettura senza eguali.

Non di meno mi ha emozionato condividere con i ragazzi delle scuole il concetto dell’abitare la città. Il dialogo ha tirato fuori alcuni concetti inaspettati. Un ragazzo ha identificato nel mare la caratteristica principale della città di Taranto, non tanto per la sua bellezza, ma “perché nonostante tutto resiste all’inquinamento “. Un altro ha identificato la causa dello stato attuale della città nell’ “inquinamento da ignoranza “. Tutti hanno espresso la voglia di potersi riappropriare di spazi all’aperto che ora, per lo stato di degrado e abbandono e per paura della propria sicurezza, non possono vivere. Lo stesso per i mezzi pubblici, che utilizzerebbero “se fossero più puliti ed efficienti “. E’ viva la curiosità per la città vecchia, che alcuni frequentano più spesso, perché ne riconoscono la bellezza, la storia, ma soprattutto la diversità e l’articolazione degli spazi. Una ragazza ha detto: “passeggiare in città vecchia mi piace perché sento in strada la musica del Paisiello “. Nessuno di loro però ha riconosciuto nella concattedrale un elemento caratteristico della città, perché la vedono “abbandonata” e “circondata da palazzi dove non si sa cosa fare e perché andare” . Tutti hanno apprezzato la chiamata alla partecipazione attiva e cosciente nella costruzione della nuova città, e acquisito una nuova consapevolezza, che il loro contributo è fondamentale, e hanno riconosciuto anche il valore della nostra professione. A tal proposito ciliegina sulla torta è stata la tenerezza della lettera, indirizzata agli architetti di Taranto, dei bambini di quarta elementare della scuola Salvemini, che hanno partecipato al gioco che abbiamo lanciato durante la settimana “Caccia al Cicia-Rampa”, nella quale ci ringraziano per il lavoro che facciamo e perché vogliamo migliorare la città, e soprattutto ci chiedono a gran voce di farlo anche nel loro quartiere, le tre terre, che sentono fortemente appartenere alla città di Taranto. Ciò è indicativo del fatto che il senso di appartenenza al proprio territorio e il prendersene cura sono sentimenti e atteggiamenti che vanno alimentati già dalla tenera età.

Oltre a tutto ciò, di questa settimana mi rimarrà impresso indelebilmente l’aver conosciuto tante persone, con alcune delle quali ricordare la vita vissuta a Firenze, scoprire di essere figli di due padri colleghi di lavoro sugli impianti dell’ Ilva, condividere pensieri, esperienze, gioie e dolori della nostra professione in diverse città d’Italia, allacciare nuove amicizie.

“L’architettura si fa con i pensieri”
Gio Ponti


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